Abitudini alimentari, asma e obesità

È ormai dimostrata l’importanza di seguire un’adeguata ed equilibrata alimentazione in tutte le epoche della vita, fin da prima del concepimento: la dieta del bambino e persino quella della madre (durante la gravidanza e l’allattamento) deve assicurare un adeguato apporto di macro e micronutrienti.
È importante evidenziare come non solo l’alimentazione in termini di quantità, ma anche di qualità degli alimenti introdotti, abbia un ruolo cruciale nel contribuire positivamente o negativamente al benessere della persona. Da una parte, ad esempio, l’eccessivo apporto calorico così come la denutrizione, predispongono allo sviluppo di patologie respiratorie croniche quali l’asma e ne possono inoltre aggravare i sintomi. Dall’altra invece un regime alimentare equilibrato, ricco di frutta e verdura ad alto contenuto vitaminico, rappresenta un esempio virtuoso di alimentazione sana che generalmente non necessita di integrazioni.

Tra i disturbi alimentari, l’obesità presenta una stretta associazione con diverse malattie respiratorie, tra cui l’asma. Ad oggi si parla di pandemia dell’obesità in quanto non solo sempre più bambini tendono a diventare obesi, ma anche più precocemente ed in forma più grave. 

L’obesità determina conseguenze a 360° sulla vita del bambino alterando la funzionalità di diversi organi e apparati, non per ultimo quello respiratorio. È stato osservato che l’obesità aumenta sia il rischio di sviluppare asma in soggetti altrimenti sani, sia la probabilità di sviluppare forme più gravi di malattia nei soggetti asmatici.

Come sappiamo l’asma è una malattia caratterizzata da due componenti principali: da una parte la riduzione del calibro delle vie aeree (ostruzione bronchiale), dall’altra l’infiammazione delle stesse. L’eccesso ponderale influisce su entrambi questi elementi con conseguenze sia sulla meccanica respiratoria che sui processi infiammatori. In un bambino obeso, a causa della compressione legata all’eccesso di tessuto adiposo, il volume d’aria inspirato ed espirato ad ogni atto respiratorio può essere significativamente ridotto rispetto a quello dei bambini normopeso della stessa età: questo a lungo termine crea un circolo vizioso che peggiora ulteriormente la funzionalità dei muscoli respiratori. Non dimentichiamo che la compressione data dall’adipe in eccesso interessa oltre che la gabbia toracica, anche le prime vie aeree determinando l’insorgenza di sindrome delle apnee ostruttive del sonno, problematica molto importante e frequente nella popolazione pediatrica. Per quanto riguarda l’infiammazione bisogna ricordare che il tessuto adiposo non è inerte, ma è un vero e proprio organo in grado di produrre le cosiddette adipochine (es. leptina e adiponectina). Queste citochine esercitano un’importante influenza sull’ipotalamo regolando l’insorgenza di sazietà e le tappe di cui si compone il metabolismo energetico, e regolano la risposta immunitaria e i processi infiammatori. Nei bambini obesi queste sostanze vengono prodotte in quantità elevata andando inevitabilmente ad aggravare i processi infiammatori coinvolti nello sviluppo dell’asma.

Quindi, la gestione dell’asma non può che richiedere un approccio multidisciplinare che comprenda non solo l’approccio farmacologico e i controlli periodici gestiti dal pediatra specialista, ma anche la terapia educazionale volta a identificare e trattare tutte le comorbidità che, come l’obesità, possono aggravarne il decorso.

La promozione dell’attività motoria e della riduzione della sedentarietà è l’approccio di base che deve seguire il pediatra insieme ai genitori e alle altre figure che si relazionano con il bambino con asma ed eccesso ponderale.