L’influenza è una malattia acuta febbrile, altamente contagiosa, causata dai virus dell’influenza A e B. I virus influenzali possono determinare delle vere e proprie epidemie a causa di piccole mutazioni della loro struttura, che consentono loro di eludere la risposta immunitaria in pazienti che hanno precedentemente incontrato il virus. Per questo motivo è importante effettuare la vaccinazione annuale per l’influenza.
L’influenza si manifesta in genere nel periodo invernale, la trasmissione del virus avviene tramite le secrezioni respiratorie, con la dispersione di piccole particelle aerosoliche. I bambini sono la principale fonte di contagio, in quanto eliminano il virus per periodi più lunghi rispetto agli adulti. Il quadro clinico dipende dal tipo di virus e dalle caratteristiche dell’ospite. Nei neonati, l’influenza può manifestarsi con un quadro clinico molto grave, caratterizzato da febbre, pallore ed alterazione dello stato di coscienza. Nei bambini più grandi la presentazione è generalmente meno grave. Possono esserci manifestazioni gravi anche in bambini particolarmente fragili ed affetti da patologie dell’apparato respiratorio o del sistema immunitario, oltre che negli anziani.
L’influenza è causata dai virus del genere Orthomixovirus: virus influenza tipo A e tipo B (influenza classica) e virus di tipo C, considerato di scarsa importanza, che in genere non dà sintomi. I virus del tipo A possono infettare anche specie animali, i virus di tipo B infettano solo l’uomo.
Sono trasmessi tramite le secrezioni respiratorie per via aerosolica. Successivamente al contagio, si assiste ad un periodo di incubazione di circa 20-72 ore, a quel punto si rimane contagiosi per circa 3-4 giorni.
Dopo un’incubazione breve (1-3 giorni), la malattia si manifesta improvvisamente con febbre, cefalea, malessere e dolori ossei e muscolari diffusi. Successivamente predominano i sintomi di tipo respiratorio come tosse, congestione nasale, mal di gola.
Nei lattanti, in genere, la febbre non si manifesta ma si osservano vomito e diarrea. Nei neonati si hanno manifestazioni gravi con pallore, febbre, ipotonia, sopore e suzione torpida. Possono anche essere presenti sintomi e segni suggestivi del sistema nervoso centrale come apnea, convulsioni ed irrigidimento.
La sintomatologia si risolve usualmente in 5-7 giorni. Complicanze possibili sono: polmonite batterica secondaria o, più raramente, polmonite primitiva da virus influenzale, miocardite, otite, convulsioni febbrili, miosite, etc. Le complicanze sono particolarmente gravi nei bambini e negli adulti con malattie croniche (cardiache, polmonari, neurologiche, renali, epatiche, diabete, fibrosi cistica, S. di Down), negli ultra-sessantacinquenni e nelle donne gravide.
In genere la diagnosi si basa sulla clinica. La diagnosi di certezza è possibile sulla base dell’isolamento del virus dalle secrezioni su tampone o aspirato rino-faringeo.
Può essere utilizzata anche una metodica di laboratorio detta PCR (polymerase chain reaction) che identifica il genoma virale nelle secrezioni respiratorie.
La terapia si basa sull’utilizzo di antipiretici ed antiinfiammatori non steroidei per controllare la febbre, la cefalea e i dolori articolari e muscolari. Si impiegheranno antibiotici solo nei casi di sovrainfezione batterica accertata mediante esami ematici e strumentali. I bambini a rischio di forme complicate, possono essere trattati con una terapia antivirale ad inizio precoce. Si consiglia inoltre un’adeguata idratazione ed il riposo.
La prognosi è buona se non vi sono complicanze importanti e se non vi sono patologie sottostanti. In caso contrario dipenderà, per l’appunto, dalle patologie da cui è affetto il paziente.