La rinosinusite è classificata in acuta e cronica secondo un criterio temporale.
Il meccanismo alla base dei processi infiammatori che causano i sintomi della rinosinusite è l’alterazione della normale ventilazione e del fisiologico drenaggio del muco dei seni paranasali normalmente prodotto con conseguente aumento della viscosità delle secrezioni che ristagnano fornendo talora un substrato ideale alla crescita di batteri o funghi. Le cause dell’ostruzione possono essere date da alterazioni anatomiche del distretto rinosinusale, anomala reattività della mucosa come per esempio nelle allergie o entrambe; alcuni Autori interpretano l’iperreattività della mucosa come reazione alla presenza di tossine batteriche o ife micotiche.
Nella rinosinusite cronica con polipi l’infiammazione cronica sembra avere un ruolo determinante attraverso la liberazione di mediatori chimici che regolano la risposta infiammatoria e portano alla formazione dei polipi; inoltre una predisposizione genetica è suggerita dal riscontro frequente di familiarità e, in alcuni casi, dall’associazione con malattie genetiche (per es. la fibrosi cistica).
La rinosinusite acuta è caratterizzata dall’aumento dei sintomi dopo cinque giorni o dalla persistenza dei sintomi per più di 10 giorni e meno di 3 mesi. I principali sintomi sono:
Nel bambino possono comparire anche tosse e irritabilità. La tosse persistente può talora essere l’unico sintomo di un episodio sinusitico misconosciuto. La sintomatologia della rinosinusite cronica (di durata oltre i 3 mesi) con e senza polipi è caratterizzata da ostruzione respiratoria nasale, cefalea e algie facciali, rinorrea e rinosinusite acuta ricorrente. Una complicanza della rinite allergica e della rinosinusite cronica non adeguatamente trattate è lo scarso controllo dell’asma bronchiale. Le complicanze della rinosinusite acuta sono le otiti (più frequenti nel bambino) e le infezioni delle vie aeree inferiori, ma le più temibili sono fortunatamente rare e correlate al coinvolgimento delle regioni adiacenti ai seni paranasali come occhio e cervello per la formazione di ascessi orbitari o endocranici, cellulite orbitaria, meningite, tromboflebite del seno cavernoso.
La diagnosi di rinosinusite acuta si avvale dell’endoscopia nasale con riscontro di secrezioni ed edema mucoso con ostruzione dei corridoi anatomici deputati alla ventilazione e al drenaggio del muco normalmente secreto dai seni paranasali; nei casi di persistenza delle secrezioni purulente e della sintomatologia dopo la terapia medica mirata, la TAC servirà a valutare l’estensione della patologia e a programmare l’intervento chirurgico.
L’indagine TAC nella rinosinusite acuta e nella rinosinusite cronica evidenzia l’ispessimento della mucosa e l’opacizzazione dei seni dovuta al ristagno mucoso, mentre in benessere metterà in evidenza solamente le varianti anatomiche.
Il raffreddore può giovarsi di trattamenti sintomatici tra cui analgesici, vasocostrittori, antistaminici e i lavaggi nasali con soluzione fisiologica, questi ultimi utili in quasi tutte le forme di rinosinusite.
La terapia della rinosinusite acuta è medica e prevede l’assunzione di antibiotici a largo spettro e, se non vi sono controindicazioni, una terapia cortisonica topica per ridurre la congestione della mucosa. Per le forme di rinosinusite acuta più tenaci è opportuno eseguire un esame colturale delle secrezioni nasali per isolare i germi responsabili. Dopo di ciò, tramite un antibiogramma, si può identificare l’antibiotico da assumere, riuscendo ad effettuare, in questo modo, una terapia antibiotica mirata. La terapia chirurgica nella rinosinusite acuta è prevista in caso di persistenze e complicanze.
La rinosinusite cronica richiede spesso un trattamento chirurgico propedeutico alla terapia medica steroidea topica cronica per il miglior controllo della sintomatologia. Qualora le cause della rinosinusite cronica siano esclusivamente da alterazioni anatomiche, il solo intervento chirurgico è pressoché risolutivo, mentre la rinosinusite cronica da anomala reattività della mucosa, e in particolare la rinosinusite cronica polipoide, ha spesso un’elevata tendenza alla recidiva.
L’odierna tecnica di chirurgia funzionale endoscopica nasosinusale (FESS, Functional Endoscopic Sinus Surgery) prevede di garantire la pervietà degli osti sinusali mantenendo la mucosa nasale e sinusale il più possibile intatta per ripristinare la corretta clearance mucociliare dei seni paranasali e favorendo l’efficacia del trattamento steroideo topico ed eventualmente la ripetizione dell’asportazione delle masse polipoidi in anestesia locale.