Asma bambino-adulto

L’asma è una malattia respiratoria cronica molto comune in tutte le fasce d’età, caratterizzata da infiammazione e aumentata produzione di muco che causano ostruzione delle vie aeree. Può manifestarsi con broncospasmo, respiro sibilante, dispnea, sensazione di costrizione toracica e/o tosse variabili nel tempo e in intensità.

L’asma ad esordio infantile è la più comune patologia cronica dell’età pediatrica, ha una maggiore incidenza nel sesso maschile in età prepuberale, può andare incontro a remissione ed è gravata da una rara mortalità. I fattori di rischio per l’insorgenza di asma infantile sono molteplici: la predisposizione genetica/familiarità, l’esposizione in epoca prenatale a fumo di sigaretta materno durante la gravidanza, la prematurità alla nascita, la presenza di manifestazioni cliniche tipiche della “marcia allergica” (come dermatite atopica e rinite allergica) e la sensibilizzazione precoce ad allergeni di natura respiratoria (es. acari, muffe, etc).

I principali determinanti della persistenza di asma dall’età infantile all’età adulta sono rappresentati dalla gravità del quadro polmonare, la presenza di iperreattività bronchiale, l’atopia, l’esposizione precoce ad allergeni respiratori e una storia familiare di asma.

La gestione dell’asma nell’adolescente è poi abbastanza problematica. In questa fascia d’età, la malattia è spesso sotto-diagnosticata: in questa fase della crescita, le crisi asmatiche possono essere più distanziate dando un’illusione di guarigione al paziente che quindi può interrompere la terapia in modo autonomo. Inoltre, la presa in carico del paziente dal pediatra di famiglia al medico di medicina generale è un momento critico nel quale c’è il rischio che venga interrotto il follow-up della patologia asmatica. Negli adolescenti, viene meno anche l’aderenza alla terapia: se nell’infanzia la gestione della terapia è spesso a carico del genitore, con la crescita viene sempre più demandata all’adolescente stesso che può non effettuarla per motivi sociali (evitandone l’utilizzo se in compagnia di amici) o per sottostima della malattia stessa. È quindi fondamentale che il medico tenga bene presenti tutti gli elementi che fanno dell’adolescente un paziente con un prevedibile basso livello di aderenza alla terapia e un aumentato rischio di attacchi acuti.

L’asma in età adulta può derivare da una condizione di asma pediatrico che si mantiene nel corso degli anni oppure essere di nuova insorgenza. È contraddistinta da una maggiore incidenza nel sesso femminile (dopo la pubertà), una minore probabilità di remissione e una mortalità infrequente. I fattori di rischio per l’insorgenza dell’asma in età adulta sono rappresentati dal fumo di sigaretta, dalla presenza di rinite allergica, tosse cronica, eccesso ponderale, reflusso gastroesofageo e russamento notturno.

In conclusione, è possibile affermare che l’asma bronchiale è una patologia cronica che può interessare tutte le fasce d’età con caratteristiche epidemiologiche, cliniche e prognostiche eterogenee, ma sulla cui storia naturale si può intervenire con un’adeguata terapia. A tal fine, è molto importante la collaborazione tra il medico ed il paziente (ed eventualmente i genitori/caregivers nel caso del paziente in età pediatrica) per iniziare il prima possibile le terapie indicate e per monitorarne l’aderenza, al fine di ottenere un controllo ottimale della malattia e di prevenire l’insorgenza di attacchi acuti.