I pollini sono una causa importante di allergie stagionali e contribuiscono notevolmente al peggioramento dei sintomi nei soggetti asmatici.
È ormai dimostrato che i cambiamenti climatici, le variazioni di temperatura e l’elevata concentrazione di anidride carbonica aumentano la prevalenza e la gravità dei disturbi allergici, prolungando la durata delle stagioni polliniche e aumentando il tempo totale di esposizione a pollini diversi.
Anche i virus respiratori presentano tipicamente una variabilità stagionale. Nelle regioni temperate, le infezioni da virus influenzale e virus respiratorio sinciziale raggiungono il picco durante i mesi invernali (da novembre ad aprile), le infezioni da enterovirus sono più frequenti nei mesi estivi, mentre adenovirus e rhinovirus possono essere rilevati durante tutto l’anno.
Analogamente ai disturbi allergici, i cambiamenti climatici possono influenzare la circolazione dei virus respiratori. Ad esempio, le temperature più elevate possono favorire la sopravvivenza e la replicazione del virus dell’influenza, mentre le precipitazioni più intense possono aumentare la diffusione del rhinovirus e del SARS-CoV-2. Anche l’inquinamento atmosferico può aumentare la suscettibilità alle infezioni respiratorie e può facilitare la trasmissione dei virus respiratori.
In concomitanza con l’esposizione ai pollini, i soggetti asmatici possono essere quindi co-esposti ai virus respiratori. Negli ultimi anni, si sono accumulate sempre più evidenze sugli effetti sinergici di queste due esposizioni, tra cui l’aumento dell’infiammazione delle vie aeree, l’iperreattività bronchiale, e la riduzione delle difese immunitarie con aumentato rischio di altre infezioni.
I pazienti asmatici sono particolarmente vulnerabili a questo mix di rischi, che può causare attacchi acuti anche gravi. È quindi importante per questi soggetti adottare misure specifiche per proteggersi, quali: