È noto che l’attività fisica e lo sport nei bambini e negli adolescenti rappresentano fattori protettivi per la salute e, per tale motivo, andrebbero incoraggiati con ogni strumento possibile. È opinione comune, invece, che le allergie e l’asma possano pregiudicare la capacità di effettuare attività fisica, sia di tipo ludico che di tipo agonistico. Invece, se adeguatamente trattata, l’asma non rappresenta di per sé un fattore limitante l’attività sportiva. Numerosi studi dimostrano come l’esercizio fisico regolare migliori la qualità di vita dei soggetti asmatici, aumentando il numero di giorni trascorsi senza sintomi d’asma, la capacità di tolleranza dello sforzo, migliorando la funzionalità polmonare e riducendo l’iperreattività bronchiale caratteristica dei pazienti affetti da tale condizione. La pratica di attività sportiva migliora inoltre le difese immunitarie, riducendo il rischio di infezioni delle vie aeree (una delle principali cause di riacutizzazione dell’asma) e aiuta a ridurre il peso in eccesso che influisce negativamente sul controllo della patologia. L’attività fisica regolare è quindi un prezioso alleato nella gestione dell’asma pediatrica e il counseling sull’attività fisica dovrebbe essere parte integrante del trattamento dell’asma.
Tra gli sport a più basso rischio di broncospasmo indotto da esercizio vi sono il nuoto e tutti gli sport che richiedono sforzi prevalentemente anaerobici quali sollevamento pesi, lotta, scherma, ginnastica artistica e l’attività fisica moderata come l’andare in bicicletta a ritmo non intenso e le camminate. Gli sport maggiormente a rischio per il soggetto asmatico sono quelli che richiedono sforzi aerobici intensi e prolungati come la corsa e l’esposizione all’aria fredda come sci, pattinaggio su ghiaccio e hockey. Le attività che alternano momenti di sforzo aerobico a pause e sforzi anaerobici quali il calcio e la pallacanestro sono a rischio intermedio.
Questo comunque non significa che un bambino affetto da asma debba rinunciare a praticare un determinato sport: fondamentale rimane la corretta esecuzione della terapia farmacologica. Inoltre, l’allenamento stesso migliorerà col tempo la capacità di tollerare ogni tipo di esercizio fisico.
Anche per i soggetti asmatici è possibile competere ai massimi livelli: molti atleti di fama internazionale sono affetti da asma, che interessa ad esempio circa l’8% degli atleti olimpici. Per questo motivo, i farmaci utilizzati per il trattamento dell’asma sono stati valutati dall’Associazione Mondiale Anti-Doping che ha elaborato delle linee guida riguardo l’ammissibilità o esclusione degli stessi durante le competizioni. Secondo le attuali indicazioni, gli atleti che soffrono di asma documentata possono assumere steroidi per inalazione e β2-agonisti per inalazione, mentre è soggetto ad autorizzazione l’uso di steroidi sistemici, i β2-agonisti sistemici e altri farmaci adrenergici. Per i farmaci che devono essere autorizzati, gli atleti devono manifestare segni clinici di asma e iperreattività bronchiale, che devono essere confermati da un test di provocazione bronchiale. È comunque possibile per l’atleta che abbia comprovata e reale necessità clinica per il controllo della sua patologia asmatica di assumere i farmaci elencati come vietati o i farmaci permessi ma oltre il dosaggio massimo consentito, ottenere un’esenzione per uso terapeutico che ne consente l’utilizzo anche durante le competizioni.