Con “inquinanti ambientali” si intende una miscela di gas e particelle nocive contenute nell’aria che ci circonda e che respiriamo. I principali inquinanti ambientali si dividono in due grandi gruppi distinti: inquinanti primari, cioè liberati nell’ambiente come tali direttamente da fonti industriali fisse o mobili, come il traffico stradale, ed inquinanti secondari, generati dalla trasformazione, a determinate condizioni, d’inquinanti primari.
Gli inquinanti outdoor si dividono in gas e polveri. Tra i gas, gli ossidi di carbonio (CO, CO2), ossidi di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NO, NO2, NOx), idrocarburi leggeri, composti organici volatili (COV) sono l’attività e i processi industriali pesanti, il traffico automobilistico e il riscaldamento domestico.
Tra le polveri, il particolato (PM10, PM2,5) costituisce l’inquinante che oggi è considerato di maggiore impatto nelle aree urbane.
La relazione esistente tra inquinamento atmosferico e disturbi respiratori è ben nota, specie nei Paesi ad elevata urbanizzazione ed industrializzazione. L’inquinamento dell’aria ha effetti nocivi sulla salute dei bambini ed in particolare gli effetti riguardano l’apparato respiratorio con maggior rischio di malattie a carico delle alte vie aeree, tosse ed asma. Ad esempio, è ormai risaputo che l’esposizione ad inquinanti outdoor rappresenta un fattore di rischio importante per la comparsa di riacutizzazioni asmatiche e di sintomi respiratori, soprattutto nei soggetti che soffrono di malattie polmonari. La possibilità di essere a rischio per una di queste problematiche dipende dallo stato di salute generale del soggetto e dal livello di inquinamento atmosferico nell’area in cui si vive.
Il principale motivo è riconducibile alla fisiologica immaturità polmonare dell’età infantile: dopo la nascita, il sistema respiratorio va incontro a una progressiva maturazione per diventare pienamente funzionale solamente all’età di 6-7 anni e continua a svilupparsi fino alla fine dell’adolescenza. L’esposizione ad agenti inquinanti in questa finestra temporale di esposizione ha quindi un impatto negativo sul polmone e tale effetto potrebbe addirittura essere maggiore nei soggetti più a rischio (prematuri, asmatici, malati di fibrosi cistica, etc).
Altri motivi sono fisiologicamente riconducibili all’età infantile: i bambini inalano più degli adulti e principalmente attraverso la bocca, saltando il filtro del naso, la superficie di scambio polmonare è maggiore nei bambini rispetto a quella degli adulti. Infine, i bambini hanno una più intensa attività fisica e trascorrono più tempo all’aria aperta rispetto agli adulti, favorendo una maggiore deposizione di inquinanti a livello polmonare. A questi fattori si deve aggiungere un’immaturità fisiologica del sistema immunitario, che partecipa ai meccanismi di risposta agli inquinanti.
Alcuni comportamenti quotidiani possono contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale esterno, ad esempio: utilizzare meglio le risorse disponibili ed evitare gli sprechi, in particolare di energia elettrica e acqua; usare i mezzi pubblici, la bicicletta o camminare a piedi; rimanere in casa o limitare le attività sportive all’aperto nelle giornate calde e in quelle caratterizzate da alti livelli di ozono o altri inquinanti atmosferici; scegliere l’auto nuova tra quelle che più rispettano l’ambiente; non sostare con il motore acceso; seguire una dieta sana che contenga frutta e verdura fresca.