Perdita del gusto e dell’olfatto
post infezione da SARS-CoV-2 nei bambini

I sintomi principali dell’infezione da SARS-CoV-2, nell’adulto così come nel bambino, risultano essere febbre, tosse secca, affaticamento e debolezza generalizzata. Tali manifestazioni risultano altresì condivise con numerose infezioni stagionali, prevalentemente di natura virale. Sintomi più peculiari dell’infezione da SARS-CoV-2 che abbiamo imparato a riconoscere durante la pandemia sono la parziale o totale perdita del gusto (ageusia) e dell’olfatto (anosmia). Tali sintomi possono essere il primo e possibilmente l’unico segnale dell’infezione stessa e necessitano, quando presenti, del pronto isolamento domiciliare del piccolo paziente ed esecuzione di test appropriati alla ricerca del virus. 

Nonostante la ricca ricerca scientifica in atto, i meccanismi determinanti la perdita di gusto ed olfatto nell’infezione da SARS-CoV-2 non sono ancora pienamente noti.

L’ipotesi più accreditata e supportata dalle evidenze scientifiche vede un danno indiretto a carico dei neuroni sensoriali da parte delle cellule del sistema immunitario e dei loro mediatori. La persistenza nei tessuti interessati degli stessi mediatori infiammatori, come evidenziato dagli studi in vitro, potrebbe inoltre causare una riduzione dell’espressione dei geni deputati al rinnovo dei recettori olfattivi e gustatori, perpetuando la sintomatologia nel tempo. Queste nuove evidenze scientifiche darebbero una spiegazione al fenomeno per il quale, anche ad infezione conclusa, la riacquisizione di gusto ed olfatto non risulti immediata, bensì graduale nel tempo.

Così come nell’adulto, anche nei bambini le disfunzioni gustatorie ed olfattive risultano essere un sintomo comune, con una prevalenza stimata intorno ai 20% nella popolazione pediatrica. Questi sintomi, però, non devono destare preoccupazione nel genitore, in quanto non sono collegati né alla gravità né alla durata dell’infezione stessa. La maggior parte dei bambini affetti ottiene spontaneamente un recupero totale nelle prime quattro settimane dall’infezione. Nella rara eventualità in cui i sintomi persistano per più di trenta giorni, il Pediatra potrà indicare l’approccio terapeutico più adatto al singolo caso. Un approccio specialistico otorinolaringoiatrico sarà riservato ai pazienti in cui il Curante riterrà necessario escludere altre possibili cause organiche.

L’olfactory training è una tecnica ampiamente sperimentata in ambito riabilitativo per le disfunzioni sensoriali a seguito di traumi della mucosa nasale ed infezioni virali; questa tecnica può essere un valido alleato per stimolare la riacquisizione del senso dell’olfatto anche nei più piccoli. L’olfactory training consiste nell’esporre i pazienti per alcuni minuti al giorno a odori loro noti, preferibilmente intensi e con una connotazione emotiva positiva come cioccolato, agrumi, menta. Attraverso giochi e quiz andremo così a stimolare i recettori neuronali, accompagnando nelle settimane il recupero sensoriale del bambino.