Intervista del Mese

Allergia e asma: differenze e interazioni

Intervista al prof. Giorgio Piacentini

Prof. Giorgio Piacentini

Professore Ordinario di Pediatria, Università di Verona, Direttore UOC di Pediatria, AOUI di Verona-Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Verona e Past President SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie infantili)

Non sempre l’allergia porta all’asma, non sempre l’asma è allergica. Facciamo chiarezza. Quali sono i sintomi specifici di allergia e asma?

L’allergia è situazione di base che si può esprimere in diverse patologie come ad esempio la rinite allergica, l’asma allergica, l’orticaria etc. L’asma, quindi, si deve considerare come una delle possibili evoluzioni dell’allergia. L’allergia è una situazione costituzionale in cui ci sono presenti delle caratteristiche del sistema immunitario che producono degli anticorpi (IgE), i quali, a contatto con gli allergeni, scatenano tutto un insieme di situazioni che portano ai sintomi caratteristici dell’allergia: starnuti, lacrimazione degli occhi e prurito fino al broncospasmo se si è in presenza di asma.

L’asma porta a un’ostruzione delle vie aeree, ostruzione che è del tutto o in parte reversibile grazie all’utilizzo dei broncodilatatori, ed è caratterizzata da alcuni aspetti fondamentali: infiammazione delle vie aeree e la tendenza al cosiddetto rimodellamento, cioè un’alterazione strutturale delle vie aeree, che cronicizza nel tempo e può portare anche a una perdita di efficacia delle terapie se non si gestisce appropriatamente il paziente.

Nel bambino l’asma è nell’85% dei casi su base allergica.

L’asma allergica come si identifica?

Per identificare l’asma allergica si deve sempre indagare la storia; il bambino che inizia a stare male in determinate situazioni, ad esempio se si manifestano attacchi d’asma quando va a dormire, si sospetta che ci sia un allergene presente nel letto come ad esempio gli acari, o quando gioca in giardino in particolari periodi dell’anno si sospetta che ci siano allergie a determinati pollini. Sulla base di un sospetto clinico si eseguono le indagini approfondite per avere conferma della presenza di allergie e rispetto a quali allergeni l’allergia si manifesta.

A seguire si procede con una spirometria che consente di fare una diagnosi d’asma.

Ricapitolando, sintomi, indagini oggettive per individuare l’allergia e spirometria portano a confermare o meno la presenza di un’asma allergica.

Terapie al bisogno e terapie continuative. Ruoli differenti ma sinergici?

Se siamo in presenza di un bambino a cui è stata diagnosticata l’asma la terapia deve essere continuativa, un’eventuale interruzione deve essere valutata solo sotto stretto controllo medico. La terapia si basa su farmaci definiti in inglese controller, cioè terapie (steroidi inalatori) che tengono sotto controllo la malattia, sfiammando le vie aeree.

La terapia al bisogno (broncodilatatore unito al corticosteroide) nei pazienti asmatici che sono trattati con una terapia regolare interviene nelle situazioni di improvviso peggioramento, ricordando che gli episodi di riacutizzazione possono significare un controllo non adeguato della malattia, oppure deve essere usata al momento del bisogno nei bambini con una diagnosi di asma lieve/intermittente (meno di un episodio al mese) per i quali non è in atto una terapia continuativa.  Nella terapia al bisogno è fondamentale che il broncodilatatore sia sempre accompagnato da uno steroide al fine di intervenire sull’infiammazione delle vie aeree.

Quando è necessario fare i controlli?

Il piano di visite dipende dal paziente in base al quadro clinico. Ci sono situazioni che richiedono delle verifiche anche mensili e altre situazioni in cui è sufficiente fare due/tre controlli annuali.

Sicuramente non si deve mai sottovalutare l’importanza delle visite con lo specialista, perché anche di fronte a un’apparente normalità può essere utile rivedere la terapia. L’infiammazione legata all’asma è sempre presente anche quando non si manifestano i sintomi.

L’aerosolterapia che ruolo gioca?

Il ricorso ai nebulizzatori è importante soprattutto nei bambini più piccoli con broncospasmo virale ricorrente. L’aerosolterapia è un’ottima opzione anche nel caso di una scarsa abilità nell’utilizzo degli spray, per i quali serve una buona compliance. Con l’aerosol c’è una maggiore garanzia che la terapia venga fatta in modo efficace da parte di pazienti e famiglie non opportunamente istruite all’uso dei dispositivi spray.