Intervista del Mese

Diagnosi nuova per l’asma: facciamo chiarezza rispettando le linee guida internazionali.

Intervista al Prof. Giorgio Piacentini​

Prof. Giorgio Piacentini

Professore Ordinario di Pediatria, Università di Verona, Direttore UOC di Pediatria, AOUI di Verona-Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Verona e Past President SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie infantili)

Quando i genitori devono sospettare che i sintomi non siano legati a semplici raffreddamenti?

L’asma può presentarsi con sintomi che possono essere scatenati da forme virali e quindi, soprattutto nei più piccoli, può esserci una situazione di sovrapposizione di tosse o affaticamento respiratorio dovuta alla concomitanza dei due eventi. In realtà, l’asma è una patologia cronica, quindi una condizione permanente di fondo, caratterizzata da infiammazione delle vie aeree, aumento della risposta agli stimoli, tra cui virus, allergeni, esercizio fisico e alterazioni strutturali delle vie aeree, definite come rimodellamento. I sintomi che devono indurre prontamente sospetto sono soprattutto relativi a broncospasmo sotto sforzo o, nel caso delle forme allergiche, in ambienti con elevata esposizione ad allergeni rilevanti.

Cosa dicono le linee guida sui percorsi diagnostici di questa patologia?

Il percorso diagnostico inizia dai sintomi ma deve essere completato da esami strumentali, come la spirometria eseguita prima e dopo broncodilatatore, misurazione dell’Ossido Nitrico esalato (FeNO) che riflette il grado e il tipo di infiammazione delle vie aeree ed eventuali test di broncoprovocazione per valutare la reattività bronchiale. Dopo le fasi di sospetto iniziale, da valutare prontamente dal Pediatra di Famiglia, il percorso diagnostico deve essere completato da parte dei centri specializzati di pneumoallergologia pediatrica.

Perché è importante veicolare in modo preciso il concetto di cronicità dell’asma?

È fondamentale che l’asma venga fin da subito presentata ai pazienti e alle famiglie come una patologia cronica per fornire al più presto gli elementi utili ad una gestione ottimale della patologia stessa. Cronicità non è sinonimo di gravità e, anzi, nella maggior parte dei casi l’asma in età pediatrica presenta una gravità di grado lieve o moderato, e consente una qualità di vita ottima, senza significative limitazioni di attività. Tuttavia, anche in questi casi, è fondamentale che il paziente e le famiglie abbiano la consapevolezza che è necessario seguire con scrupolo le indicazioni terapeutiche fornite dagli specialisti, che sono volte non soltanto alla cura degli episodi acuti ma anche, e soprattutto, alla loro prevenzione. In sostanza, una corretta adesione alla terapia, anche per lunghi periodi, è fondamentale per prevenire le conseguenze a lungo termine dell’asma, che appunto rappresenta una patologia cronica.

Che ruolo svolge la terapia aerosolica?

La terapia inalatoria rappresenta la via principale per veicolare i farmaci direttamente all’organo bersaglio, e cioè alle vie aeree inferiori, nel paziente asmatico, contenendone significativamente gli effetti collaterali di tipo sistemico, e cioè a carico di organi diversi dell’organismo. È fondamentale che il tipo di aerosolterapia prescritto sia quello più adatto a quello specifico paziente, in relazione alle caratteristiche del paziente stesso e della forma di patologia da curare.  Pertanto, la prescrizione della terapia inalatoria necessita solide competenze da parte del prescrittore e rigore nell’impiego da parte del paziente, o dei suoi famigliari se si tratta di un bambino, al fine di ottenere gli effetti desiderati per i quali la terapia viene prescritta.