L’infezione batterica, lo dice la parola stessa, è un’infezione di un batterio che in qualche modo aggredisce l’apparato respiratorio, urinario, gastroenterico e in qualche modo determina una risposta infiammatoria e possibili danni e conseguenze secondarie a quella che è la prima invasione del batterio. Non è sempre facile determinate la tipologia e l’origine dell’infezione e in particolare sono necessari dei prelievi, quando è possibile, di campioni biologici che sia sangue, urine, escreato o quant’altro per verificare innanzitutto la presenza del batterio causa dell’infiammazione e poi quello che si chiama antibiogramma, che è la fase successiva di verifica di sensibilità alle varie classi di antibiotici.
Quali sono i sintomi indicativi di un’infezione virale non è facile determinarlo, perché si tratta sempre di sintomatologie che sono dovute, sia per i batteri che per i virus, sia all’azione diretta del virus o del batterio sia alla reazione infiammatoria che l’organismo evidenzia, come febbre o altra sintomatologia che entro certi limiti è positiva.
Per quanto riguarda le infezioni classiche virali sono, almeno in prima battuta, in gran parte infezioni respiratorie dovute ai tantissimi virus in circolazione (ce ne sono più di 262 tipi) e in genere, salvo casi particolari come polmoniti virali primarie che abbiamo scoperto più frequenti col covid ma che ci sono ancora, anche se meno, con il virus influenzale, ha una risoluzione limitata nel tempo che poi va a digradare. I dati indicativi sono: inizio brusco con febbre alta e tosse secca legata a un aspetto irritativo. Possono esserci sovrapposizioni di queste infezioni, un classico è un’infezione influenzale che poi viene in qualche modo facilitata in particolare dallo streptococco pneumoniae (dove addirittura si è visto un meccanismo favorente questa sovra infezione batterica, perché la prima infezione virale in qualche modo determina un abbassamento temporaneo delle difese immunitarie; si apre una finestra di riduzione della capacità di risposta immunitaria e quindi il batterio trova la porta aperta. Le infezioni respiratorie iniziano con febbre, tosse secca e magari durano 4-5 giorni, un’infezione batterica la si può immaginare dopo un miglioramento dell’infezione virale che va a guarire ma c’è un rialzo della temperatura, una tosse che prima era secca e che poi diventa produttiva con catarro colorato.
È importante recarsi in pronto soccorso, l’abbiamo imparato col covid, quando c’è un dato di riduzione della percentuale di saturazione dell’ossigeno al di sotto del 92%, un incremento della frequenza respiratoria che è legata a tutte le difficoltà del cuore quindi senso di fame d’aria e c’è una febbre che non passa. Il medico rimane il punto di riferimento se la sintomatologia non regredisce o non passa nel giro di 2-3 giorni.
A livello terapeutico per le infezioni virali, salvo i farmaci specifici per il covid è bene valutare con il medico la migliore strategia che può contemplare in fase iniziale anche il ricorso a farmaci da banco. L’aerosolterapia rimane una scelta utile per intervenire in modo mirato sulle vie respiratorie e aiutare a gestire efficacemente la sintomatologia. È corretto, soprattutto nei bimbi, abbassare la febbre, senza dimenticare che rimane un sintomo che ci aiuta a comprendere come il virus sta evolvendo, ricordiamolo infine che l’antibiotico, se necessario, va usato solo su prescrizione medica.