Intervista del Mese

Somministrazione terapia a scuola

Intervista a Carla Volpe

Carla Volpe

Presidente Associazione Allergamici ODV e membro del Consiglio Direttivo di FederASMA e Allergie Onlus – Federazione Nazionale Pazienti.

Introduzione

La scuola è il luogo dove i bambini e gli adolescenti passano molte ore della propria vita. Per questo motivo, l’ambiente scolastico assume in tutti i suoi vari aspetti un ruolo strategico, non solo nella formazione degli studenti, ma anche nel loro approccio alla vita di comunità.
I bambini allergici e asmatici hanno gli stessi diritti di tutti gli alunni e devono poter essere coinvolti in tutte le attività scolastiche ed extra scolastiche. Per questo motivo è necessario che siano adottate tutte le misure di prevenzione ambientale necessarie a poter far frequentare in sicurezza la scuola ai ragazzi che soffrono di asma e malattie allergiche.
Ma qual è la situazione nel nostro Paese? Le famiglie possono essere tranquille della permanenza dei loro figli nelle strutture scolastiche? Di questi temi parliamo con Carla Volpe, Presidente dell’Associazione Allergamici ODV, e membro del Consiglio Direttivo di FederASMA e Allergie Onlus – Federazione Nazionale Pazienti.

FederASMA e ALLERGIE Onlus, fin dalla propria fondazione, ha posto la sicurezza e la tutela del bambino con asma e allergie a scuola quale obiettivo prioritario della sua azione di tutela. Cosa è stato fatto in questi ultimi anni per garantire ambienti e comportamenti utili ad ottenere l’abbattimento dei fattori di rischio che causano reazioni allergiche e/o asmatiche?

Nonostante i numerosi risultati raggiunti c’è ancora molto da fare. Auspichiamo, infatti, che quello che è stato fatto fino ad oggi, che ha posto le basi normative per garantire le condizioni di sicurezza a scuola per i bambini con asma ed allergie, diventi una realtà concreta a livello nazionale, in tutte le scuole del nostro Paese. Purtroppo, infatti, la situazione è molto disomogenea a livello regionale e, a parte qualche contesto particolarmente virtuoso, si registrano ancora grandi difficoltà di accesso e presa in carico di alunni che versano in situazioni di particolare gravità.

Nello specifico, per quanto riguarda FederASMA e ALLERGIE Onlus, nell’ambito del Protocollo d’Intesa sottoscritto nell’ottobre del 2007 tra FederASMA Onlus e SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) nel 2009 è stata istituita la “Commissione per la tutela del Bambino Allergico”, un Gruppo di Lavoro che ha come obiettivo quello di identificare e studiare le tematiche di interesse strategico per la tutela del bambino allergico in ogni ambito di vita. La salute dei ragazzi dipende molto dall’interazione tra le loro condizioni di salute e i fattori ambientali in cui vivono e per questo motivo la Commissione ha ritenuto prioritario dedicare il proprio primo lavoro, nel 2011, “Raccomandazioni per la gestione del bambino allergico a scuola”, alla definizione di indicazioni utili ai fini delle scelte sanitarie, politiche e normative che assicurino il soddisfacimento dei bisogni del bambino allergico e asmatico durante l’orario scolastico. Raccomandazioni che sono state riconosciute da GARD-Italia (Alleanza contro le malattie respiratorie croniche) e sottoposte all’attenzione del Comitato paritetico per le malattie croniche e la somministrazione dei farmaci a scuola istituito presso il MIUR, nel 2012.

Quali sono le misure di prevenzione indispensabili per chi soffre di malattie allergiche e/o respiratorie ma allo stesso tempo utili a tutti coloro che nella scuola studiano e/o lavorano?

Per prevenire l’insorgenza delle crisi devono essere previsti ed attuati percorsi, programmi e procedure volte a garantire ambienti e comportamenti capaci di abbattere i fattori di rischio, causa di reazioni allergiche e/o asmatiche, quali la creazione di ambienti idonei ad accogliere gli studenti. Ad iniziare dalla classe sino al parco giochi, alla palestra, alla mensa, con una particolare attenzione alla scelta degli alimenti e alla gestione dei pasti.

Tutte misure necessarie a permettere la frequenza, l’integrazione, l’inclusione dei ragazzi in tutte le attività scolastiche ed extrascolastiche, contrastando situazioni di disagio ed emarginazione.

Le norme di prevenzione utili a creare un ambiente idoneo ad accogliere, ad esempio, un alunno affetto da asma bronchiale devono essere tutte finalizzate a garantire una sana qualità dell’aria. Questo significa favorire sempre la ventilazione e il ricambio dell’aria, eliminare l’esposizione al fumo di tabacco, asportare quotidianamente la polvere dalle superfici, effettuare una pulizia ambientale più accurata durante la stagione pollinica, facendo attenzione anche alla scelta dei prodotti per la pulizia e la sanificazione.

Per i ragazzi che soffrono di allergia alimentare, è necessario prestare attenzione al contatto con l’alimento allergizzante, sia attraverso una dieta speciale appropriata da parte del Servizio Mensa che deve garantire l’assoluta assenza dell’allergene, sia eliminando il contatto con oggetti contenenti residui di proteine allergizzanti (posate, piatti, bicchieri), o la manipolazione di materiale contenente l’allergene.

Esiste un percorso codificato per la somministrazione dei farmaci a scuola, per mantenere la continuità terapeutica ai bambini allergici o asmatici?

Innanzitutto, vorrei partire dal concetto che la somministrazione dei farmaci a scuola è una garanzia del diritto all’istruzione in sicurezza, ma purtroppo sono ancora molti gli ostacoli che le famiglie incontrano quando i figli devono assumere, anche in orario scolastico, una terapia per i propri problemi di asma e allergie.
I genitori chiedono che sia colmato il “vuoto normativo”, poiché l’unico Documento, emanato congiuntamente dai Ministeri dell’Istruzione e della Salute, che contiene le “Linee Guida in materia di somministrazione dei farmaci a scuola” risale al 2005 ma non entra nello specifico di farmaci da somministrare e di relative patologie.

Finora, le Regioni si sono mosse in ordine sparso, seguendo le raccomandazioni contenute nel Documento Interministeriale in base al quale i genitori devono attivarsi, inoltrando una richiesta al dirigente scolastico, accompagnata da una certificazione del medico curante. La somministrazione dei farmaci avviene in base alle diagnosi effettuate dal medico specialista e non richiede il possesso di competenze particolari di tipo sanitario, tranne nei casi di particolare gravità. In caso di urgenza (ossia in presenza, ad esempio, di uno shock anafilattico), resta l’obbligo di rivolgersi al Servizio di emergenza (118).

A volte, tuttavia, i minuti possono essere preziosi e la presenza di personale sanitario infermieristico potrebbe scongiurare il peggio. È per questo che diventa fondamentale il tema della formazione del personale, per una gestione corretta del bambino allergico e asmatico a scuola sia da un punto di vista pratico che psicologico.

Un aspetto importante introdotto dalle Linee Guida del 2015 è che la scuola non è più “sola”. Il Dirigente scolastico è, infatti, affiancato da un Gruppo di coordinamento che comprende la famiglia, l’Asl, il Comune e anche Associazioni non profit. Insieme al Gruppo di coordinamento si definisce un protocollo individuale, che contiene tutte le informazioni necessarie per la corretta somministrazione del farmaco nell’ottica di una continuità terapeutica (oltre, naturalmente, alle istruzioni per la corretta somministrazione di un eventuale farmaco salvavita).

Nonostante ciò, c’è ancora molta strada da fare. Sono, infatti, ancora numerosi i casi di ragazzi e famiglie, che non si sentono sufficientemente rassicurate dalla messa in atto delle indicazioni contenute nelle Raccomandazioni del 2005. A questo proposito FederASMA e Allergie Onlus sta lavorando molto per sanare l’attuale vuoto legislativo con la previsione di un provvedimento legislativo nazionale che riunisca in un unico testo le garanzie di tutela della popolazione scolastica in materia di prevenzione della salute, di continuità dell’assistenza e di gestione delle emergenze durante l’orario scolastico.