La primavera è il momento delle fioriture e con le fioriture aumenta la presenza dei pollini. Per gli allergici questo momento rappresenta un periodo complicato. Iniziano infatti a manifestarsi i primi sintomi: naso che cola, prurito al naso e agli occhi, che lacrimano, tosse secca, senza dimenticare il rischio per gli asmatici di incorrere in attacchi più frequenti.
Tuttavia, insieme ai primi caldi persiste una coda del freddo. Giornate molto calde si possono alternare a temperature ancora rigide. Assistiamo quindi a una convivenza di forme allergiche e di forme virali influenzali e parainfluenzali a carico quasi esclusivamente dell’apparato respiratorio con sintomi molto simili. Esistono però alcune differenze cliniche importanti. Generalmente le forme virali si accompagnano a febbre, più o meno elevata, e spesso si manifestano con mal di gola, malessere generale e dolori osteoarticolari e muscolari.
Entrambe le sintomatologie, in questo periodo di passaggio stagionale, possono coesistere, ma è importante saperle distinguerle per curarle in modo corretto.
Gli allergici e gli asmatici hanno una suscettibilità ad andare incontro a infezioni virali molto più elevata, con un rischio di una potenziale sovrapposizione di due infezioni a carico dell’apparato respiratorio. Ciò è dovuto al fatto che queste persone hanno le mucose più fragili. È importante sottolineare, però, che se le terapie per l’allergia e l’asma sono seguite in modo corretto, questo rischio si riduce.
Il Covid-19 è ancora presente, con la stessa capacità di diffusione osservata nei mesi scorsi. Attualmente circolano varianti che per fortuna hanno una capacità di causare conseguenza gravi inferiori rispetto al passato. Rimane fondamentale capire attraverso una diagnosi differenziale se siamo in presenza di una forma virale dovuta al Covid-19 per attivare i protocolli, non dimentichiamolo, ancora in vigore per agire in modo tempestivo.
Possiamo definire l’asma e l’allergia delle patologie “dinamiche”. I sintomi sono variabili e influenzati da diversi fattori. Ad esempio, la fioritura dei pollini non è uguale, cambia a seconda delle latitudini o altitudini, oppure, se si frequentano luoghi e ambienti diversi, la presenza di acari e muffe può essere differente. Esistono variabili emotive e situazioni estemporanee come la classica gita fuori porta, che può esporre improvvisamente ad allergeni con i quali altrimenti non si verrebbe a contatto. Infine, le malattie a matrice allergiche mutano con la crescita e lo sviluppo dell’individuo, possono regredire o peggiorare. Questo dinamismo delle manifestazioni cliniche implica che anche le terapie debbano essere continuamente verificate e riadattate sui bisogni dei pazienti, attraverso controlli costanti con gli specialisti.
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