La presenza combinata di anosmia e ageusia ha rappresentato, soprattutto nella prima ondata pandemica, una caratteristica predittiva di infezione da SARS-CoV-2. Il virus penetra attraverso naso e bocca, infettando le cellule delle prime vie respiratorie che hanno un elevato numero di recettori. A differenza degli adulti, sintomi come anosmia ed ageusia sono meno frequenti nei bambini. Secondo un sondaggio del 2020 del comitato rinosinusite e congiuntivite della SIAIP, l’anosmia e l’ageusia erano presenti rispettivamente nel 28,6% e nel 30,8% dei bambini affetti da COVID-19. Più recentemente è stata riscontrata una prevalenza inferiore, del 12% per entrambe.
Nella prima ondata pandemica, la variante Alfa era associata a un tempo di incubazione più lungo, una sintomatologia persistente per 10-14 giorni, spesso debilitante, e casi frequenti di coinvolgimento neurologico con sintomi quali ageusia e anosmia. Le successive varianti Beta, Delta ed Omicron, al contrario, sono risultate più patogene e diffusive, ma correlate ad una sintomatologia più lieve e meno duratura, con incidenza minore di disfunzione olfattiva e gustativa.
Nei bambini in età scolare e negli adolescenti è abbastanza facile diagnosticare i sintomi sulla base dell’anamnesi e dell’olfattometria e della gustometria, cioè dei test in cui si fanno assaggiare e odorare al paziente delle sostanze a sapori ed intensità crescente, per valutare la presenza o l’assenza della sensibilità ed eventuali riduzioni. Nei bambini più piccoli è più complicato identificare la presenza di questi tipi di disturbi. Possono essere sospettati sulla base di una riduzione della frequenza dei pasti o delle poppate.
Anosmia ed ageusia sono sintomi che si presentano con una frequenza molto variabile durante l’infezione da Sars-CoV-2 e che regrediscono gradualmente. Nella maggior parte dei casi, tendono a scomparire spontaneamente già durante la prima settimana dall’insorgenza dei sintomi. Meno frequentemente possono persistere fino alla terza settimana. Nei bambini con long COVID, cioè con una sintomatologia persistente a distanza di 4-12 settimane dell’infezione, ageusia ed anosmia sono manifestazioni rare.
L’incidenza di anosmia/ageusia nei bambini con SARS-CoV-2 è inferiore a quella riportata negli adulti, tuttavia, sembra avere una durata maggiore e un rischio correlato all’aumentare dell’età. Inoltre, nella popolazione pediatrica è stata riscontrata una maggiore predominanza nel sesso maschile e un’associazione con bronchite ed asma. Negli adulti è stata osservata, invece, una prevalenza maggiore nelle donne e un’associazione significativa tra febbre e anosmia.