Il naso è l’organo dell’olfatto e l’ingresso principale delle vie respiratorie
Il naso è un sistema complesso un piccolo capolavoro dell’anatomia, comprende elementi di natura ossea e cartilaginea, vasi sanguigni, vasi linfatici e terminazioni nervose.
Curiosità:
La rinite allergica rappresenta oggi quasi il 50% delle patologie rinitiche nella popolazione italiana, in realtà esistono molti altri tipi di rinite che si manifestano spesso con un quadro simile, senza la positività ai test allergici.
Si tratta di riniti cellulari come la Nares, la Naresma, la Narne, la Narma; sono riniti non allergiche la cui diagnosi avviene attraverso la citologia nasale, un esame semplice non invasivo che analizza il muco delle fosse nasali. La diagnosi precisa è fondamentale per mettere in atto una terapia specifica ed efficace.
Per le riniti non allergiche il trattamento si basa principalmente sul profilo citologico evidenziato che vede nell’impiego di steroidi topici o dell’associazione di steroidi e antistaminico rappresentano il primo percorso terapeutico.
Spesso i sintomi sono sovrapponibili, perché rinite e influenza si manifestano in maniera simile.
L’allergico sa sempre riconoscere la sua patologia di base, il problema riguarda il paziente al quale non è mai stata fatta una diagnosi precisa.
Di solito la patologia allergica con un antistaminico migliora o fa passare il sintomo, mentre nel caso dell’influenza permane per più giorni ed è correlato ad altre manifestazioni quali febbre, brividi e dolori articolari.
Il Coronavirus è una patologia simile all’influenza, ma molto più grave.
È correlato a febbre, tosse, difficoltà respiratoria e ne possiamo sospettare la presenza nel caso di contatto con persone a rischio senza protezione.
In questi casi sentire i riferimenti indicati dal Ministero della Salute sono le prime azioni da mettere in atto.
La rinite allergica può manifestarsi dalla nascita fino alla tarda età.
Non ha un periodo preciso di insorgenza, di solito vi sono concause che scatenano le manifestazioni allergiche, spesso una riduzione delle difese immunitarie può essere una motivazione per i casi in età adulta.
Ciò può avvenire nei confronti di qualsiasi allergene.
L’inquinamento ambientale rappresenta una delle cause principali del peggioramento delle patologie allergiche e del loro aumento.
Le polveri sottili ad esempio causano il protrarsi della fase aerea del polline. Ciò avviene perché il polline si lega alla polvere sottile che rimane in sospensione, rendendo più facilmente disponibile il contatto con le nostre vie aeree.
Questo vale anche per l’inquinamento indoor dove condizioni ambientali non controllate con aumento dell’umidità, ridotti ricambi d’aria, presenza di sostanze nocive quali formaldeide, benzene ed altro, peggiorano la patologia respiratoria.
In casa abbiamo la possibilità di migliorare queste situazioni adeguando gli ambienti in cui viviamo alle nostre esigenze. Ad esempio possiamo prevenire concentrazioni di acari adottando azioni di igienizzazione degli arredi, controllare l’umidità per evitare le muffe, depurare l’aria con i nuovi sistemi a fotocatalisi efficaci e a basso costo.
Nell’immaginario collettivo, quando piove, le persone allergiche dovrebbero trovare sollievo, perché si pensa che l’acqua sia in grado di pulire l’aria abbattendo gli allergeni e i pollini al suolo.
Ma questo è vero solo in parte, perché non si tiene conto dei cambiamenti climatici e dell’incremento, anche in primavera, dei temporali che una volta erano tipici della fine dell’estate. Proprio la relazione tra asma e temporali è stata oggetto di recenti studi che hanno dimostrato il meccanismo che vede le forti precipitazioni temporalesche concentrare i grani di polline nella parte più bassa della troposfera, in pratica “ad altezza d’uomo”, provocando vere e proprie epidemie di asma.
Il controllo della piantumazione dovrebbe essere una delle principali azioni per controllare la diffusione pollinica, purtroppo poco attuata.
La realizzazione di un giardino senza polline, non è un’utopia, ma una possibilità. Se riduciamo il numero delle piante polliniche in aree ben definite, possiamo creare degli ambienti idonei per i pazienti allergici. Nella scelta delle piante dovremmo prediligere piante entomofile, limitando quelle anemofile per ridurre la diffusione del polline.
Un’altra strategia può essere quella di favorire l’impiego di piante femminili, che non producono polline, rispetto quelle maschili. Queste indicazioni/caratteristiche dovrebbero essere indicate dai vivaisti attraverso una certificazione.
L’inquinamento atmosferico non aiuta, sappiamo infatti che l’incremento della CO2 contribuisce ad incrementare la proliferazione di piante e polline.
Nel caso di rinite l’aerosolterapia può alleviare molto i sintomi del paziente allergico, facendo attenzione a ricorrere al device idoneo.
Nel caso di una rinite è utile la doccia nasale con un’azione prevalentemente sulle mucose delle alte vie aeree, mentre per problemi respiratori polmonari la nebulizzazione con mascherina è la forma migliore, così come l’uso dell’inalatore a pressione.