I coronavirus li conosciamo dagli anni ’60 e sono noti per essere la causa di patologie che includono il semplice raffreddore fino ad arrivare a sindromi più gravi come la MERS (Sindrome Respiratoria Mediorientale) e la SARS (Sindrome respiratoria acuta grave).
Il coronavirus proveniente dalla Cina, provincia di Wuhan, definito nCoV, è un ceppo nuovo che non era stato individuato fino a dicembre 2019. Il nome assegnato è SARS-CoV-2 e indica la Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2. La tesi ad oggi sostenuta è che la prima trasmissione sia avvenuta dall’animale all’uomo.
L’allarmismo a livello internazionale è giustificato per due motivi: la velocità di diffusione, che è alta e l’assenza ad oggi di una cura efficace sul tipo di virus isolato. Cerchiamo di conoscere sempre di più il virus che è a basso rischio specifico per il singolo ma diventa un impegno enorme per gli ospedali. Si sta, però, verificando un rallentamento della velocità del numero di nuovi casi, segno che l’azione di distanziamento sociale sta dando riscontri positivi. Un buon segnale che dimostra l’efficacia degli interventi in atto che devono rinforzare la volontà di tutti nel continuare a rispettare le norme messe in atto. Non dobbiamo mollare e tutti dobbiamo attenerci alle norme restrittive per proteggere noi stessi e gli altri.
Lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) indica un periodo di incubazione in un intervallo tra i 2 e i 12giorni, al momento vengono indicati 14 giorni come finestra di precauzione.
Per un dato più preciso sarà necessario avere la possibilità di analizzare un’epidemiologia più ampia.
Nella maggioranza dei casi i sintomi sono tipici dell’influenza: tosse, febbre, respiro un po’ più veloce e affannoso, fino ad arrivare alla polmonite. Sembra che in alcuni possa esserci anche un coinvolgimento gastrointestinale.
Gli anziani sopra gli 80 anni attualmente risultano essere più a rischio, principalmente perché spesso soffrono di altre patologie che li rendono più fragili ed esposti a un’evoluzione più seria, con complicanze che possono portare al decesso.
Anche se sembra dall’analisi dei casi che i bambini siamo meno esposti al contagio, non sono immuni quindi è bene avere gli stessi accorgimenti preventivi suggeriti per tutta la popolazione.
Ad oggi non è stata ancora individuata una terapia che debelli il virus, attualmente vengono impiegati farmaci per attenuare i sintomi che abbiamo descritto precedentemente. Nonostante ciò molte persone risultate positive al test hanno avuto un decorso che ha portato alla guarigione. Ricordiamo che i decessi ad oggi registrati riguardano pazienti “fragili”.
È allo studio un vaccino che però richiederà alcuni mesi prima che sia disponibile.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma che non ci sono rischi nel ricevere corrispondenza dalla Cina. È stato dimostrato che il virus non sopravvive a lungo su oggetti come lettere o pacchi.
Anche in questo caso non esiste nessuna motivazione valida per temere il contatto con gli animali domestici. Non ci sono evidenze scientifiche che possano essere infettati dal coronavirus.
Per segnalare sintomi e contatto con persone a rischio chiamare il numero 1500 o il 112 (livello nazionale).
Per i numeri verde territoriali si rimanda a questa pagina: NUMERI UTILI REGIONALI